TRIBUTE FOTO-TAG (parte seconda): L’INARRESTABILE STRALUANNA

Come vi avevo detto nell’ultimo post pubblicato, per questo foto-tag io, Anna di Straluanna e Carmen di A life of passion with Carmencita, dobbiamo realizzare ben due nail art per ognuna. Dopo quella ispirata a Carmen, è arrivato adesso il turno di fare il mio tributo ad Anna.

La sua produzione non è ancora molto corposa, ma i suoi lavori sono davvero belli, complessi e molto affascinanti.
Anna ha una propensione, ben riconoscibile, per lo stile cartoon. Fumettista mancata, mi fanno letteralmente impazzire i tratti del suo pennello. Sa perfettamente dove andarci leggera e dove invece enfatizzare le righe. Quasi che invece di acrilici e pennelli usasse pennino e inchiostro di china.
Il suo blog però non è solo nail art. Anna infatti ama tantissimo dipingere su porcellana. Vasi, piatti e tantissimi altri oggetti, nelle sue mani, si trasformano in vere e proprie opere d’arte. Insomma, vale proprio la pena darci un’occhiata!

Tra le sue ipercomplesse nail art ho deciso di ispirarmi ad una che ho praticamente quasi visto nascere nella sua testa. L’idea non le è nata fulminea ma ha preso piano corpo nella sua testa. E l’ho amata appeno l’ho vista.
Il tema della nail art è il diamante rosso “Moussaieff“. Realizzata per la rivista Love Nails dedicata alle pietre preziose, Anna è riuscita a donare alla nail art un certo humor. Infatti tre ladri famosissimi del fumetto sono pronti per agguantare il famoso gioiello. Chi sarà il più svelto?

Ho svelato il mistero come farebbe un bravo investigatore e li ho impressi bene sulle mie unghie come fossero delle foto segnaletiche. L’ispettore Zenigata sarebbe fiero di me se sapesse che finalmente ho acciuffato Lupin III e la sua amata Fujiko proprio mentre tentavano un altro furto di lingotti d’oro!

Lupin III è l’eroe dei fumetti manga nato dalla matita di Kazuhico Kato (madò come mi piace ‘sto nome!), nome d’arte Monkey Punch, a sua volta ispirato alle novelle di monsieur Maurice LeBlanc. Infatti Lupin III non è altro che il bisnipote del mitico Arsenio Lupin, conosciuto come il “ladro gentiluomo“.
La sua prima apparizione la fece in una rivista di fumetti manga giapponese nel lontano 1967 e due anni dopo nacque una vera e propria collana interamente dedicata a lui.
Dal fisico agile e asciutto, Lupin è un ladro che stupisce per la genialità dei suoi piani e per l’originalità dei suoi travestimenti. Le sue imprese l’hanno portato ad agire un po’ in tutto il mondo, inarrestabile e imprevedibile ha come punto debole l’infinità sensibilità verso il genere femminile per il quale immancabilmente sbava e perde la testa.
Al suo fianco Jigen, il pistolero infallibile col mozzicone di sigaretta tra le labbra e il samurai Gaemon, con la sua katana (spada) ereditata dai suoi antenati e capace di affettare un proiettile in volo.
Ma la persona che più influisce sulla personalità di Lupin è Fujiko Mine (Margot nella seconda serie italiana). Egoista ed opportunista, questa donna approfitta abitualmente dell’avvenenza del suo fisico, davanti al quale Lupin capitola costantemente, per raggiungere i propri scopi, quasi sempre impossessarsi di soldi o gioielli.
A chiudere il cerchio c’è l’acerrimo antagonista, l’ispettore dell’Interpol Zenigata. Destinato ad una infruttuosa ed eterna caccia, io l’ho sempre trovato infinitamente stupido ed inetto, alquanto patetico. Esattamente il contrario dell’eroe al quale è ispirato che usava arrestare i suoi nemici lanciando monete, proprio come Zazà fa con le manette.