Stop! Una giornata contro la violenza sulle donne

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Il 25 Novembre, come ha deciso l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1999, sarà la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
In tutto il mondo, centri antiviolenza, gruppi femministi, organizzazioni internazionali come UnWoman (UniFem in Italia) e Amnesty International, enti privati di accoglienza ecc. celebreranno questa giornata attraverso iniziative politiche e culturali al fine di sensibilizzare la popolazione e dire STOP alla violenza in tutte le sue forme.

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Inoltre, proprio a partire dal 25 Novembre fino al 7 Dicembre, inizierà la Campagna del Fiocco Bianco (White Ribbon Campaign), promossa inizialmente da un’associazione maschile canadese e diffusasi in oltre 50 Stati in tutto il mondo. Gli uomini manifestano in questi giorni la loro adesione indossando un piccolo fiocco bianco.
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La violenza sulle donne è un fenomeno mondiale che trova la sua apoteosi nella morte, ma in altri casi ha un impatto talmente forte sulla vittima che quest’ultima può risentirne fino alla fine dei suoi giorni. Stupri, violenze domestiche perpetuate negli anni, mutilazioni genitali, abusi sul lavoro, stalkeraggio,  sono esperienze che portano facilmente alla depressione, all’alcolismo, allo svilimento della persona in generale.
E questo accade tanto nei Paesi che riteniamo civilizzati quanto nei Paesi che sono ancora in via di sviluppo.

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C’è evidentemente qualcosa di sbagliato in un mondo che non riesce ad insegnare ai propri figli a rispettare una donna.
Sentendomi vicina all’argomento ho voluto guardare un po’ di dati che mi hanno lasciato interdetta: oltre sei milioni di donne in Italia sono o sono state vittima di violenza fisica o sessuale. Un milione di queste hanno subito un vero e proprio stupro. Una donna su tre subisce violenza entro le mura di casa. Oltre 150 le donne uccise nel nostro Paese nel 2012.  Oltre il 96% delle vittime non denuncia la violenza alle autorità per sfiducia, vergogna o paura. 

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Quest’ultimo dato è stato per me il più difficile da digerire. La paura e la vergogna sono spesso la via di fuga dei maniaci e dei violenti. Il tacere permette loro di continuare, di non fermarsi davanti a nessuno, di non percepire come sbagliato quello che stanno facendo. Inoltre non parlarne è un’ulteriore violenza che facciamo verso noi stesse.
Ci puniamo assumendoci le responsabilità, sprofondando nei sensi di colpa, continuando a domandarci se sarebbe successo comunque se ci fossimo comportate diversamente, se  ci fossimo vestite diversamente, se…, se…, se…
Parlarne aiuta a comprendere, a liberarsi e soprattutto a smettere di avere paura. Denunciare può salvare da anni di psicoterapie, denunciare alle autorità può salvarci la vita.

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Ho voluto aderire anch’io alla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, dipingendo le mie unghie con una nail art : l’impronta del palmo di una mano, simbolo del potere del cambiamento che è nelle nostre mani.

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Ora mi piacerebbe che, anche voi che mi seguite, abbracciaste questa iniziativa con un gesto, un simbolo, che vi facciate portatori di un messaggio importante, che educhiate i vostri figli al rispetto e all’amore per l’essere umano. Che ne parliate e che facciate rumore.

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Numero verde nazionale contro la violenza alle donne: 1522 (sito internet non attivo)
Telefono Rosa: 06.37.51.82.82
Servizio dedicato al contrasto e alla prevenzione delle mutilazioni genitali:
num. verde 800 300 558  (disponibile dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 14.00 e dalle 15.00 alla 20.00)
Psicotel di AIPEP : num. verde  800 529 706
Osservatorio Nazionale Salute Donna:
num. verde assistenza depressioni 800 274 274
Sportello Anti Mobbing: 
num. verde 800 255 955
Movimento per la vita
(donne incinte e mamme con difficoltà familiari o economiche): num. verde 800 813 000
Elenco Centri Antiviolenza (divisi in regioni)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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